La Pannicolopatia detta anche Cellulite può essere combattuta con trattamenti terapeutici dove è richiesto Pressomassaggio o Linfodrenaggio meccanico.
Chiaro che non si tratta di un semplice miglioramento estetico, anche se i risultati sono lusinghieri, ma di una cura vera e propria per ristabilire equilibri psico-fisici a volte indispensabili nella sfera del benessere.
E’ lo stato iniziale.
A livello cellulare ed extracellulare abbiamo un edema con allargamento degli interstizi tra le cellule, e fuoriuscita di trigliceridi da rotture citoplasmatiche degli adipociti.
A livello del microcircolo abbiamo un enorme permeabilità capillare-venulare, ectasi microaneurismi con stasi microcircolatorie.
A livello della cute abbiamo:
Aumento della “pastosità” che corrisponde ad un aumento dell’edema.
Nella pratica comune, una tecnica di valutazione è costituita dalla palpazione superficiale, tenendo il terzo dito appoggiato lievemente sulla superficie cutanea della zona da esaminare.
Si effettua poi una moderata pressione, fino a percepire gli strati profondi, e si apprezza il tempo necessario perché, a dito “morto”, cioè senza alcuna pressione, esso ritorni alla posizione di base.
Tale tempo è appunto più lungo nelle zone edematose.
Diminuzione della elasticità che è apprezzabile in tutti gli stadi della pannicolopatia edemato-fibrosclerotica, essendo riconducibile all’edema dei primi stadi del processo, o alle modificazioni patologiche del connettivo dermico e alla liposclerosi dell’ipoderma in quelli successivi.
La valutazione dell’elasticità cutanea deve tener conto di numerosi fattori interferenti, tra cui ovviamente l’età del soggetto, le sue condizioni di nutrizione, l’eventuale concomitanza di turbe endocrine.
Una cute ipoelastica si apprezza in genere sollevando una plica tra le dita e lasciandola ricadere, valutando il tempo necessario per il ritorno alle condizioni di base.
La manovra è di difficile esecuzione a livello della regione supero-laterale delle cosce e dei glutei, specie in soggetti giovani con muscolatura ben tonificata.
In questi casi è bene ricorrere alla stessa tecnica usata per la pastosità.
Ipotermia ovvero cute fredda.
Dal punto di vista cellulare abbiamo manifestazioni atrofico regressive degli adipociti e iperplasia ed ipertrofia delle fibre reticolari del collagene interstiziale.
A livello del microcircolo abbiamo una ipossidosi distrettuale da stasi e da diminuzione degli scambi trofici e nutrizionali con ristagno delle tossine, microemorragie e dilatazioni venulo-venose.
La cute pallida, ipotermica, la pastosità è aumentata, l’elasticità è diminuita, sensazioni di parestesie (formicolii).
A livello cellulare c’è una rarefazione degli adipociti causata da una aumentata formazione di fibrille collagene e incapsulamento di adipociti degenerati, con formazione di micronoduli ed iniziale sclerosi del connettivo dermico.
A livello del microcircolo c’è una sclerosi, cioè un indurimento delle pareti della arteriale con ipo-ossigenazione e riduzione della circolazione capillare sempre in presenza di microemorragie diffuse e dilatazione venulo-venosa.
Pelle “a buccia d’arancia”, sensazione palpatoria di fine granulia (badate bene è un errore provocare, comprimendo tra le mani una plica cutanea della coscia, un quadro che assomiglia alla “pelle a buccia d’arancia” ma che non è affatto la risultante di un processo patologico dell’ipoderma: esso è infatti dovuto alla protrusione, del tutto fisiologica, delle “papille adipose” e si riscontra anche nei bambini, indipendentemente dal sesso.).
A volte si riscontra dolore alla palpazione profonda, diminuzione dell’elasticità con aree di cute flaccida. Spesso sono presenti ematomi e macchie rossastre e capillari dilatati (teleangectasie).
Formazione di macronoduli incapsulati da travate connettivali, liposclerosi diffusa.
Importanti alterazioni dei microvasi con microvaricosità e dilatazione venulo-venosa associata ad arteriosclerosi distrettuale e deficit della regolazione del flusso microcircolatorio.
Cute ondulata “a materasso” pallida e ipotermica, flaccida e molto facilmente placabile, presenza di noduli singoli o a pacchetti dolenti alla palpazione, spesso dolore spontaneo.
Sembra cambiare posizione a seconda che la donna sia sdraiata o in piedi e traballa quando la donna cammina. Compare più frequentemente dopo i 40 anni.
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STADIO 1
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STADIO 2
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STADIO3
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STADIO 4
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ASPETTO
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Normale
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Normale
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Scabrosità a buccia
d'arancia, fossette,
smagliature,
pelle pallida,
secca o grassa
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Scabrosità a buccia
d'arancia, fossette,
smagliature,
pelle pallida,
secca o grassa
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DOLORE ALLA
PALPAZIONE
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Si, quando la punta
del polpastrello viene
spinta in profondità
nella pelle con un
movimento rotatorio
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Si, quando la punta
del polpastrello viene
spinta in profondità
nella pelle con un
movimento
rotatorio
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Si, ma percettibile
al pizzicotto
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Si, alla palpazione
come nel terzo
stadio, ma più
acuto e costante
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PASTOSITA'
CUTANEA
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Aumentata: premendo
col polpastrello
sulla pelle
resta l'impronta
di una fossetta per
un tempo più lungo
del normale, specie
nella parte interna
della coscia
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Aumentata: premendo
col polpastrello
sulla pelle
resta l'impronta
di una fossetta per
un tempo più lungo
del normale, specie
nella parte interna
della coscia
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Diminuita
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Diminuita
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ELASTICITA'
CUTANEA
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Diminuita
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Diminuita
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Diminuita
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Diminuita
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ECCESSO
DI LIQUIDI
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Poco evidente
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Poco evidente
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Molto evidente
attorno alle placche
cellulitiche
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Assente
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MICRONODULI
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Assenti
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Assenti
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Presenti: sfiorando la
pelle col polpastrello
si avverte un'accentuata
scabrosità, simile a
granelli di riso
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Presenti: sfiorando la
pelle col polpastrello
si avverte un'accentuata
scabrosità, simile a
granelli di riso
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MACRONODULI
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Assenti
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Assenti
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Assenti
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Palpando e
pizzicando la pelle
è facile sentire nodi
di dimensioni quasi
come un pisello
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